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Piombo, veleno senza frontiere

22 Ottobre 2025
Locandina convegno

Locandina convegno

I Parchi Alpi Cozie erano presenti venerdì 17 e sabato 18 ottobre a Gorizia, al Convegno internazionale Piombo, veleno senza frontiere, organizzato da Associazione Studi Ornitologici e Ricerche Ecologiche del Friuli Venezia Giulia APS - in collaborazione con il Centro Italiano Studi Ornitologici, la Vulture Conservation Foundation, il Parco naturale delle Prealpi Giulie e la Riserva Naturale Lago di Cornino.
L'evento ha visto la partecipazione di circa 170 persone e gli interventi di numerosi relatori italiani e stranieri che hanno affrontato le varie problematiche legate agli effetti del piombo delle munizioni da caccia sull'ambiente, l'avifauna e la salute umana.

Il piombo, presente naturalmente in vari minerali, è un metallo inerte che può causare un reale rischio di contaminazione quando, combinato con ossigeno, acqua o in condizioni di acidità, si libera in forma ionica, passa in soluzione e si disperde nell'ambiente.

Si tratta di un veleno subdolo che può accumularsi lentamente negli organismi e causare intossicazione anche con basse concentrazioni.
Non esiste una soglia di sicurezza: non è noto un livello di esposizione al piombo privo di effetti nocivi (World Health Organization). 
L'assimilazione può avvenire per contatto, inalazione, ingestione.

Essendo facile da estrarre e modellare, è stato utilizzato dall’uomo sin dai tempi più antichi. Il saturnismo o avvelenamento da piombo era già diffuso tra i romani che ne facevano largo uso per le tubature degli acquedotti, utensili, cosmetici, pentole e contenitori del vino che veniva anche addolcito con acetato di piombo (il cosiddetto zucchero di Saturno - saccharum Saturni). Si manifesta con danni a reni, ossa, sistema candiocircolatorio, sistema immunitario, sistema nervoso e può causare deficit cognitivi e alterazioni comportamentali, nei casi più gravi,  coma e morte. Alcuni studiosi hanno addirittura ipotizzato un legame tra piombo e declino dell'Impero Romano! La stessa pazzia del celebre pittore olandese Van Gogh potrebbe esser stata dovuta al saturnismo e all'abitudine di inumidire il pennello con la saliva portandolo alla bocca e ingerendo così le vernici utilizzate per dipingere.

Attualmente la consapevolezza della sua tossicità e del danno indotto dalla sua dispersione non controllata nell'ambiente è assodata e in Europa e Nord America il piombo è stato bandito da svariati prodotti tra cui benzine, vernici, tubazioni, bigiotteria, vetro e giocattoli. È paradossale che sia ancora utilizzato nelle munizioni da caccia o nei piombi da pesca, con i conseguenti danni all'ambiente, alla fauna e il rischio per la salute umana. Gli uccelli granivori si avvelenano ingerendo direttamente i pallini di piombo che trovano sul terreno e che confondono con i sassolini (grit) che utilizzano per facilitare la triturazione del cibo nel loro stomaco muscolare. Nei rapaci e negli uccelli necrofagi, l'avvelenamento avviene per ingestione della carne di prede colpite con munizioni al piombo e dei visceri contaminati lasciati dai cacciatori sul luogo dell'abbattimento. Anche per l'uomo l'assunzione di carne contaminata derivante dalla pratica venatoria è un grave fattore di rischio. 

Nel suo intervento presso l'auditoriom della cultura friulana a Gorizia, Alessandro Andreotti di Ispra ha sottolineato come attualmente, le munizioni da caccia rappresentino la principale fonte di inquinamento da piombo nell’Unione europea (Group of Scientists 2014). Ogni anno, migliaia di tonnellate di piombo sono disperse dai cacciatori sotto forma di piccoli pallini (ECHA 2022). Una volta nel suolo, i pallini rimangono negli strati superficiali e qui subiscono un lento processo di alterazione chimica (McLaren et al. 2009). Questo processo determina il rilascio di composti del piombo che possono essere assorbiti facilmente dagli organismi viventi (Christou et al. 2022).

Secondo i dati raccolti nella mostra “Il veleno dopo lo sparo”, promossa parallelamente al convegno dal Parco naturale delle Prealpi Giulie e allestita presso il Palazzo Orgnani Martina di Venzone (UD), nell'Unione europea, annualmente vengono disperse nell'ambiente circa 14.000 tonnellate di piombo attraverso l'attività venatoria. Si stima che ogni anno muoiano per intossicazione almeno 1 milione di uccelli acquatici che, filtrando i fondali di stagni, fiumi e paludi si espongono al rischio. 
Dal 2023, dopo anni di trattative e un lunghissimo iter di approvazione, è entrato in vigore il Regolamento 2021/57 dell'Unione Europea che vieta l'utilizzo  di munizioni al piombo entro un raggio di 100 metri dalle Aree Umide riconoscendo i pericoli del piombo per biodiversità, qualità delle acque e salute umana. Una circolare attuativa del regolamento UE del Governo italiano ne riduce di fatto l'applicabilità alle sole zone umide d'importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar e a quelle ricadenti nei Siti di Interesse Comunitario (SIC, ZSC) o in Zone di Protezione Speciale (ZPS) o all'interno di riserve naturali e oasi di protezione istituite a livello nazionale e regionale.

L'ingestione di munizioni al piombo è riconosciuta dalla Convenzione di Bonn come una delle principali cause di avvelenamento negli uccelli migratori. A seguito del divieto di utilizzo di munizioni al piombo per la caccia nelle zone umide, l'ECHA (European Chemical Agency) ha presentato una proposta per eliminare il piombo da tutte le altre forme di caccia, nonché dalle munizioni per il tiro sportivo all'aperto e dai pesi per la pesca, ha dichiarato nel suo intervento Rafael Mateo dell'Istituto di Valutazione Ambientale e di Ricerca sulle Acque (IDAEA-CSIC) di Barcelona. In Europa, l'avvelenamento da piombo è stato diagnosticato in 18 specie di rapaci. Situazioni particolarmente gravi si sono registrate nel caso dell'aquila di mare, dell'aquila reale e del grifone, al punto da ritenere che l’avvelenamento da piombo possa avere conseguenze negative sulle loro popolazioni.
Sussistono seri rischi anche per l'uomo: la carne degli animali che hanno ingerito le munizioni o che sono stati colpiti, utilizzata nell'alimentazione umana è contaminata e recenti studi hanno verificato che, alcuni tipi di cottura, ad esempio quella con vino o aceto, possono aumentare il pericolo di trasferimento del piombo dai proiettili alla carne.

Enrico Bassi, del Centro Italiano Studi Ornitologici e Vulture Conservation Foundation, ha fornito dati aggiornati di una sua ricerca del 2021 che confermano come rapaci e avvoltoi siano tra le specie più esposte agli effetti del piombo contenuto nelle munizioni da caccia.
In Italia, considerando le 4 specie oggetto di studio (aquila, gipeto, grifone e avvoltoio monaco), risulta un quadro particolarmente grave e generalizzato di contaminazione con percentuali medie di esposizione clinica e subclinica, in almeno uno dei tessuti esaminati (tessuto osseo, fegato e rene e sangue) del 66.9% ha raccontato Bassi illustrando i dati della ricerca. Dalla distribuzione regionale dei casi di esposizione al piombo emerge una situazione allarmante che evidenzia come tutte le regioni alpine (a eccezione del Veneto che non ha mai fornito dati) risultano pesantemente contaminate, vanificando quasi completamente gli effetti benefici del sistema delle aree protette. Nuovi importanti studi condotti da Bassi confermano inoltre la pericolosità del piombo nelle reti trofiche delle specie esaminate fin dalle primissime fasi di vita. Piombo è stato rilevato in embrioni, pulli e frammenti di uova analizzati. In situazioni di stress metabolico, come durante la delicata fase della formazione delle uova, il piombo immagazzinato nello scheletro dell'adulto può essere rimobilitato nel sangue provocando  alterazioni comportamentali che possono condizionare la qualità delle cure parentali nei confronti delle uova e dei pulcini.

Il ritardo nell'eliminazione delle munizioni al piombo nella caccia non fa che aggravare il problema ambientale causato da questo metallo tossico. Ma in Europa già parecchi stati hanno legiferato in tal senso.
La caccia senza piombo può esistere. Il nodo centrale della transizione non è solo tecnico ed economico, ma culturale. Il passaggio al munizionamento atossico richiede una nuova consapevolezza e la condivisione dei principi di conservazione ha sottolineato Enrico Brogi, giornalista e redattore capo della rivista Hunting Log e la sua convinzione è stata avvalorata dai vari interventi che si sono susseguiti.

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